Testo critico a cura di Mira Carboni realizzato per la mostra personale di Marco Antonacci presso gli spazi di Azimut in Foro Bonaparte a Milano.
Sfumature, impressioni.
Colori accesi e diradanti compongono, come un mosaico, il cielo che sovrasta la città.
Eccola, la bella Milano, incastonata tra il biancore del gotico Duomo e la modernità della “città che sale” di piazza Gae Aulenti.
Una metropoli dove storia e modernità si intrecciano armoniosamente, sormontata da un cielo arioso, luminoso, che fa da cornice ad una città ideale.
Il cielo nelle opere di Antonacci è fatto di velature di colore: talvolta appare infuocato dall’ imbrunir del sole, altre drammaticamente plumbeo, altre ancora striature sovrapposte di tinte cangianti sembrano delineare un’atmosfera nostalgica e sentimentale.
Antonacci sfuma i contorni, accentua certi dettagli e alcune tonalità là dove la nostra vista mette a fuoco, donandoci un’immagine atmosferica così come potrebbe percepirla il nostro occhio.
Se nelle prime vedute di Milano del 2013 ci raccontava in maniera nostalgica la città ” scomparsa”, ora quella malinconia è stemperata in un una nuova ” impressione ” del capoluogo lombardo.
Le immagini vanno sfaldandosi, tendendo spesso all’ astrazione, la città sembra essere percepita per la sua nuova “poeticità” fatta di cambiamento e progresso.
La tecnica pittorica è mutata: la pittura si fa sempre più materica, anche grazie all’ ausilio di pennelli e spatola, che conferiscono quasi una palpabilità, una tridimensionalità a quei cieli e a quegli edifici che la città accoglie.
Nelle opere dedicate alla città realizzate tra il 2016 e il 2017 il Duomo non è più, come in prima, l’indiscusso protagonista. Ora la città, spesso vista da una prospettiva panoramica, è tutto un brilluccichio di luci, di tocchi di colore che creano dinamismo, dove tracce di edifici storici e grattacieli moderni sembrano fare a gara per prevalere l’uno sull’altro.
I cieli che incorniciano Milano sono futuristi: sempre in movimento, dai colori squillanti e fiduciosi.
Sembrano sussurrarci che mai, come ora, la città è stata così bella.