LA POESIA DEL SILENZIO. L’ ARTE DELL’ASCOLTO NELLE OPERE DI FEDERICA ZIANNI

di Mira Carboni

zianni-520x245

Articolo realizzato per la personale di Federica Zianni presso Zoia Gallery (13 maggio-12 giugno 2016)

 

Saggi silenzi, riflessive attese.

Sculture simbolo di ricezione, di lenta e calma trasmissione.

L’arte di Federica Zianni è fatta di parole mute, di sinfonie di silenzi.

Le sue opere spaziano dall’interazione con l’immensità della natura fino a giungere all’intimità delle pareti di casa, a quegli oggetti che sono muti testimoni della privata quotidianità.

Le sculture dell’artista indagano lo spazio e il tempo, attraverso l’ausilio del silenzio e dell’ascolto, mezzi di comprensione e di comunicazione profonda con se stessi e con il mondo circostante.

Secondo Federica, infatti, la comunicazione non parte dalla bocca che parla, ma dall’orecchio che ascolta. Per esprimere meglio questo suo pensiero realizza i Labirinti, caute e bianche creazioni in gesso e corrugato rappresentanti la complessità anatomica del padiglione auricolare.

Le tre sculture posizionate a terra sembrano muoversi lentamente, impercettibilmente, come a voler esplorare e scoprire i segreti del luogo che le ospita.

L’organo di senso si presenta come un intricato labirinto, fatto di curve, sporgenze, simbolo di purezza, fragilità, ma anche di profonda e intensa introspezione. Le sculture sembrano come svegliarsi da un lungo sonno, prendere vita come gli inquietanti ragni dell’artista francese Louis Bourgeois, ma qui brillano di luce nel bianco del loro colore, non chiusi in una forma animale ma aperti ad ascoltare il mondo.

Sembrano pesanti ma esprimono leggerezza, sono stilizzati ma rappresentano la complessità.

L’artista realizza anche rosee ceramiche di fiori di loto fluttuanti, luminosi, leggeri. Si aprono ad accogliere la luce del mondo, sono silenziosi, delicati; anche loro come le altre opere di Federica Zianni sembrano ascoltare.

Fiori di tradizione antichissima, sono stati per le varie culture simbolo di rinascita, purezza, risveglio spirituale; anche qui la materia, in questo caso la ceramica, ne esalta la bellezza e conferisce loro forza.

La tematica del fiore si ritrova in alcune suggestive incisioni realizzate a punta secca, dove attente striature monocromatiche descrivono dettagliatamente ogni petalo, riprendendo, questa volta in maniera bidimensionale, la sensazione di accoglienza e protezione regalataci dai fiori di loto.

L’analisi dell’artista non si limita solo alle sculture: realizza anche vari disegni in acetato dove esplora la quotidianità fra le mura domestiche.

Nasce così la serie di disegni intitolata Studio dell’animale uomo dove l’individuo viene seguito e rappresentato mentre dorme, legge, suona il pianoforte, mangia, lavora al computer: non ci sono telecamere a inquadrarlo, ma è la veloce mano dell’artista che, con un disegno fumettistico e minimale, ferma attimi di vita vissuta.

Durante l’ultima settimana di mostra (4-12 giugno) presso la Cascina Linterno verranno esposte altre opere dell’artista che ben rappresentano l’interazione e il connubio tra naturale e artificiale, oltre ad essere un’ulteriore riflessione sul tema dell’ascolto. In particolare si potranno ammirare alcuni padiglioni in resina facenti parte della serie Riceve, risponde.

Le sculture ben si armonizzano con l’ambiente naturale e nella loro forma organica richiamano la corolla di un fiore; l’andamento circolare sembra voler racchiudere e concentrare al centro il suono, come a farlo proprio, unico.

Durante la settimana, saranno esposte anche alcune fotografie che fanno parte della serie Riflessi, suggestivi giochi di immagini dove l’artista posiziona specchi in ambienti naturali che riflettono altri elementi presenti in altro contesto: viene a crearsi dunque uno sdoppiamento dell’immagine; il luogo risulta come ampliato e allo stesso tempo reso misterioso, surreale dall’elemento naturale che si trova come ad essere un intruso, un estraneo nella composizione.

Così, su una cascata compare all’improvviso parte del tronco di un albero, su un ruscello si innesta, come per magia, una suggestiva cascata, spiragli di un cielo blu compaiono in frammenti di uno specchio spezzato a terra, il cielo si riflette sulla sabbia della spiaggia, creando un luogo “altro”, paradisiaco, con una spazialità senza confini.

Le opere di Federica Zianni sembrano essere protagoniste di storie dove il tempo si è fermato. Sembrano vive, ma se ne stanno come a meditare, ad aspettare il momento giusto per agire, rispettando e godendo del silenzio magico dei luoghi in cui si trovano. Spesso non hanno gli occhi né la bocca, ma ascoltano, accolgono forme e pensieri: respirano.