Arnold Bocklin – L’ isola dei morti

Arnold Böcklin L' isola dei morti 1883 ( terza versione) Berlino, Alte Nationalgalerie
Arnold Böcklin
L’ isola dei morti
1883 ( terza versione)
Berlino, Alte Nationalgalerie

di Mira Carboni

Nude, fredde e scoscese rocce.

Al centro solo cipressi, che si innalzano quasi a superare le impervie alture.
Una misteriosa isola in mezzo al mare, in un luogo oltreoceano, sperduto, forse oltremondano.
L’ isola dei morti.
Una enigmatica figura, carica di riferimenti danteschi, si avvicina trasportando una bara.
E’ un essere di cui non scorgiamo il volto, forse un traghettatore di anime, un tramite tra vita e morte, il custode di quel luogo silenzioso e solitario.
L’ artista, Arnold Böcklin, fu un paesaggista svizzero dell’ ottocento.
Il suo stile fu influenzato dal Romanticismo e le sue tele rivelano spesso la nostalgia per il mitico mondo dell’ antichità.
Nell’ isola della morte, si coniugano tematiche cardine per il pittore: la malinconia, la morte e i soggetti favolosi.
Böcklin realizzò ben cinque versioni di questo soggetto, tra il 1880 e il 1886.
Probabilmente l’ artista, per la realizzazione dell’ isola, trasse ispirazione dal Cimitero degli Inglesi a Firenze, vicino al quale si trovava il suo studio, anche se tale ipotesi trova pareri alquanto contrastanti fra i critici.
L’ isola dei morti esprime malinconia e afflizione ma al contempo curiosità e meraviglia: appare un luogo arcano, remoto nel tempo e nello spazio, accessibile solo a quelle anime che, colte dal sonno eterno, riposeranno al riparo fra quei cipressi, simbolo di vita eterna oltre la morte.
Quelle anime si avvieranno oltre le punte di quegli alberi, verso il regno celeste.
Saranno spiriti immortali.