l’ Apocalisse di Luca Signorelli

  Luca Signorelli
Il Giudizio Universale
1499-1506
Orvieto, Duomo, Cappella di San Brizio

Luca Signorelli, la predica dell' anticristo
Luca Signorelli, la predica dell’ anticristo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Corpi che combattono, si avviluppano, rinascono, si annientano.
In bilico tra vita e morte, luce e tenebre, nell’ attesa del verdetto divino.
Il mondo sta giungendo al suo termine.
Non c’ è più possibilità di rivalsa.
Paradiso o inferno.
Cieli o fiamme.
A Dio Giudice l’ ultima sentenza: beatitudine o dannazione eterna?
Luca Signorelli, realizzò tra il 1499 e il 1506 nella cappella di San Brizio a Orvieto, affreschi magistrali dalle sfumature terribilmente apocalittiche.
Forme perfette, anatomie lucide ed eroiche che già preludono a Michelangelo,il quale, poco dopo, trarrà ispirazione, per il suo Giudizio Universale, proprio dagli affreschi di Orvieto, oscurando in parte la fama del Signorelli.
Nella Cappella di San Brizio c’ é un movimento, una drammaticità senza fine: quei corpi invadono e abitano quegli spazi, soldi e scultorei come imponenti architetture.
La prospettiva, matematicamente perfetta, risente dell’ influenza di Piero della Francesca, suo maestro.
Ma Signorelli carica le sue figure di un movimento e di in pathos che Piero, nelle sue composizioni immobili e severe, non trattò mai.
L’ artista si avvale di una distorsione dei tratti quasi caricaturale, ferrarese, per meglio evidenziare il dramma umano.
E così dalla predica dell’ Anticristo, si passa per il tumulto infernale, dominato da un’ angosciosa ed estenuante lotta , fino a giungere alla perfezione e forza di quei corpi che risorgono nobilmente dalla terra, per poi approdare alla gioiosa danza paradisiaca.
Le figure del Signorelli trasudano sofferenza, ci fanno immergere in quella mostruosa agonia della scelta finale, sono sia bellezza sublime che bruttezza demoniaca.
Esemplificano contemporaneamente la vita e l’ ultimo respiro prima della morte.

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